MUTAZIONI DEL SARS-COV-2
Inquietudine nella comunità scientifica

Dal giugno 2020, si è cominciato ad osservare in Danimarca una variante del SARS-CoV-2 scarsamente sensibile agli anticorpi neutralizzanti. Accertato che questa variante proveniva dagli allevamenti di visoni, infettati dall’uomo ed a loro volta fonte di contagio, ne è seguita la strage di tutti i visoni presenti negli allevamenti. Diversi animali in contatto con l’uomo, tra cui cani e gatti, possono infatti essere contagiati ed in teoria ritrasmettere il virus all’uomo. Nel passaggio uomo-animale-uomo il virus muta con facilità.
Una seconda importante mutazione del SARS-CoV-2 è stata segnalata recentemente in Inghilterra, ed oggi rappresenta oltre il 60% dei contagi a Londra. È particolarmente preoccupante perché ha modificato la “proteina spike”, che costituisce la corona del virus ed è utilizzata dai vaccini per neutralizzarlo. Questa proteina potrebbe così non essere più riconosciuta dagli anticorpi formati in seguito alla vaccinazione. Questa variante inglese del virus si è dimostrata molto più contagiosa della precedente.
Le mutazioni, frequenti nei coronavirus, possono modificarne la contagiosità, la virulenza, e la risposta al vaccino. Un vaccino allestito sul virus di un anno fa potrebbe non essere più attivo sul virus che circola oggi.
Vedi anche: Variante inglese del virus